Sulla nostra proposta chiameremo a discutere tutti coloro che sono interessati a costruire con noi un fisco più moderno e giusto
L’unico lato positivo dello spot elettorale messo in scena da Salvini (e spacciato per una riunione con le parti sociali) è che il quadro della cosiddetta Flat Tax è diventato più chiaro.
E, se possibile, peggiore. La proposta Salvini-Siri presentata alle parti sociali si articola sostanzialmente in due punti:
1) Un regime IRPEF opzionale per le famiglie con reddito imponibile fino a 55 mila euro, che verrebbe tassato con aliquota “piatta” del 15%. Le detrazioni (carichi familiari, spese sanitarie, mutui, ristrutturazioni, ecc.) verrebbero abolite e sostituite da una unica deduzione. Non è chiaro, in tutto questo, che fine farebbe il bonus 80 euro. Chi ci guadagnerebbe?
Le famiglie monoreddito con imponibile medio-alto. Per le altre e, in generale, per le famiglie con molte spese fiscali da detrarre, cambierebbe poco o nulla.
2) L’abolizione degli scaglioni IRPEF tra 55 mila e 75 mila euro (aliquota 41%) e oltre 75 mila (aliquota 43%), ricondotti allo scaglione con aliquota marginale al 38%. Questo intervento favorirebbe tutti i contribuenti con reddito imponibile superiore a 55 mila euro. Sono 1,8 milioni, poco più del 4% del totale. Il limite più grande di questo progetto non sono solo le coperture – ad oggi, pressoché inesistenti – ma anche gli elementi di ulteriore complicazione del sistema fiscale e, soprattutto, il suo carattere fortemente iniquo.
Si aiutano molto le famiglie monoreddito con imponibile medio-alto, con un sistema che per effetto dello “scalone” a 55 mila euro (dove l’aliquota passerebbe bruscamente dal 15% al 38%) rischia di scoraggiare il lavoro femminile e incoraggiare il lavoro nero. Si tagliano le aliquote marginali per tutti i contribuenti con imponibile maggiore di 55 mila euro.