E’ partito da una piazza della Repubblica gremita, a Roma, il corteo di Cgil, Cisl e Uil che ha dato il via alla manifestazione unitaria con lo slogan “Futuro al lavoro” per sollecitare il governo Conte ad aprire un tavolo di confronto sui temi della crescita, sviluppo, lavoro, previdenza e fisco. Il corteo si è snodato per il centro della città verso piazza San Giovanni dove la manifestazione si è conclusa con gli interventi dei tre leader sindacali Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Le confederazioni chiedono al Governo di cambiare la linea economica, anche alla luce dei dati negativi su Pil e produzione industriale.
Questa volta c’è anche una grande novità: a sfilare con i sindacati c’è anche una folta delegazione di imprenditori, fra cui quelli di Confindustria Romagna spinti alla protesta dopo la decisione del governo di bloccare le trivellazioni nel Mar Adriatico. Molti i cartelli che fanno riferimento alle attività social di molti esponenti del governo: ‘Meno Stato sui social più stato sociale’, ma anche un più minaccioso ‘Giù le mani dalle pensioni’ e alcuni cartelli contro il razzismo.
“Alle persone che governano questo paese e vanno ad incontrare chi protesta in altri paesi diciamo che se hanno un briciolo di intelligenza ascoltino questa piazza: noi siamo il cambiamento. Noi vogliamo la giustizia sociale”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini dal palco di piazza San Giovanni, ha aggiunto: “Noi abbiamo bisogno di difendere i diritti e dobbiamo usare l’intelligenza di tutti, degli imprenditori e del governo. Serve una nuova idea di sviluppo. Questa domanda di cambiamento la rivolgiamo anche fuori dall’Italia, tutti uniti dobbiamo costruire un’altra Europa, dei diritti e del lavoro”, ha aggiunto, “dobbiamo unire tutti i sindacati e osare in questa fase”.
Anche il segretario generale della Cisl, Anna Maria Furlan ha parlato alla piazza: “Grazie di cuore per essere così tanti a riempire questa piazza. Quello di oggi è un momento importante per la storia sindacale del nostro. Paese. Abbiamo molti motivi per stringerci insieme e essere orgogliosi. Qui oggi c’è l’Italia reale”. “Dico al governo: mandateci una foto, vediamo se riescono a contarci. Non siamo opposizione politica, siamo il sindacato con una piattaforma. Chiediamo che si siedano al tavolo di trattativa, i tavoli si devono fare”, così invece il leader UIL Carmelo Barbagallo.