La sfida del PD per vincere le elezioni. Zingaretti presenta il simbolo per le elezioni europee del 26 maggio

La presentazione del simbolo

Con la presentazione del nuovo simbolo comincia di fatto la campagna elettorale

C’è aria di ottimismo nella sede del Partito democratico, si respira addirittura un certo fermento, quella tipica euforia che caratterizza gli eventi importanti. Poco prima delle 11,30 arriva Paolo Gentiloni. È l’ultimo ad entrare nella sede prima che cominci l’evento. Attraversa il lungo corridoio del Nazareno e scherzando dice ad alta voce: “Quello me pare Calenda”, quando vede da lontano l’ex ministro allo Sviluppo economico. Sorrisi e abbracci e poi entrambi nell’ufficio del segretario, che li accoglie sorridente per una rapida riunione prima dell’evento. A breve verrà presentato il simbolo elettorale con cui il PD sfiderà a duello i sovranisti alle prossime elezioni europee del 26 maggio.

Intanto nella terrazza dem (luogo dell’iniziativa), nel cuore del centro storico di Roma, la stampa, i fotografi e il cosiddetto circo mediatico prendono posto e restano in attesa che i tre leader definiscano gli ultimi dettagli prima di raggiungerli. Una decina di minuti e i tre arrivano, sorridenti, nella stanza adiacente la terrazza, dove solitamente vengono ospitate le Direzioni di partito e le conferenze stampa. Prima Calenda, poi Gentiloni assieme a Zingaretti, il quale, prima di uscire nella terrazza, ripassa le mosse da fare e dice: “Prima scopriamo il logo io e Carlo…”.

Poi la raffica di scatti: i fotografi presenti immortalano il momento con centinaia di click in pochi secondo, mentre Nicola Zingaretti, assieme a Calenda, alza il velo sul nuovo simbolo: “È la nostra sfida per vincere le elezioni europee” scandisce il segretario.

In alto il logo del PD con lo stemma del PSE, e in basso il riferimento a “Siamo Europei”, una scritta bianca su sfondo blu contornata nella parte destra da una serie di stelle dorate. “Attenzione alla parte bassa” dicono scherzando ai fotografi dallo staff di Gentiloni.

“Non è un insieme di sigle – sottolinea subito il leader dem – ma una rappresentanza plurale di idee”.

La prima parola d’ordine è infatti “unità delle forze progressiste ed europeiste”. Il suo obiettivo, d’altra parte, è quello più volte ribadito negli ultimi giorni, ovvero richiamare tutte le forze progressiste a unirsi per battere i sovranisti. Con l’intento di costruire una rete europeista, solida e in grado di competere con le destre nazionaliste. “Ora la sfida è unitaria e aperta – dice – e stanno già prendendo forma le alleanze pluraliste che uniranno tutte le forze civiche nelle prossime settimane”.

“Vogliamo vincere e mai il fronte sovranista avrà un solo voto di maggioranza nel Parlamento europeo – affermerà più tardi nel suo intervento al congresso del Psi che si è tenuto a Roma. “Perché bussano alla porta pensieri, azioni e culture che non ci vogliono proprio. Noi vogliamo fermarli e tornare a vincere. Per questo vogliamo gli Stati Uniti d’Europa e l’elezione diretta del Presidente degli Stati Uniti d’Europa”.

Poi la seconda parola d’ordine scandita da Zingaretti dal palco della terrazza dem: l’Europa, “senza la quale non c’è futuro per nessuno. Vogliamo l’Europa come attore politico della lotta alle disuguaglianze e che scommetta di nuovo sulle politiche della crescita. Più vicina alle imprese. Perché da solo nessun Paese europeo ce la fa”.

E quindi sfida il governo: “Non date le armi alle persone, dategli il lavoro se siete capaci”, dice alzando il tono. L’attacco è soprattutto a Salvini: “Le elezioni europee saranno l’occasione per voltare pagina tra chi l’unica cosa che sa distribuire è l’odio, e chi vuole creare benessere, lavoro e indicare nella sostenibilità un nuovo modello di sviluppo”.

La terza parola scandita è sostenibilità. Perché Zingaretti punterà molto sull’idea di sviluppo sostenibile applicato al sociale e all’ambiente, un tema a lui molto caro e su cui ha intenzione di basare la campagna elettorale. “Dalla sostenibilità può nascere in questo secolo una nuova fase di sviluppo intelligente. Tutto questo per fare una cosa semplice: creare lavoro, creare lavoro, creare lavoro in Italia e in Europa”.

Subito dopo è salito sul palco Calenda: “Questo è un grande movimento unitario europeista che deve mobilitare il Paese e per questo sono candidato nel nord est”, ha detto.“Ma serve una grande mobilitazione. Basta divisioni, sono convinto che l’Italia reagirà”.

Poi è stata la volta di Gentiloni, che ha parlato di “un simbolo che farà strada”, e di “una lista aperta alle culture liberali, ambientaliste, cattoliche e al mondo del lavoro”. L’ex premier ha messo anche in guardia rispetto ai rischi legati alla retorica dei nazionalisti: “Attenzione perché se metti in moto un meccanismo di sovranità – ha avvertito – rischi poi di portare l’Italia fuori dall’Ue”. Non si tratta di allarmismi, ma di realtà, ha aggiunto, concludendo che il Pd vuole invece un’Italia protagonista in Europa e che quindi anche per questo c’è bisogno di “una straordinaria lista europeista e unitaria”.

Al termine dell’iniziativa, dalle casse audio è partito il singolo degli U2, The miracle, il cui testo parla di un miracolo, di una speranza che tutte le voci vengano ascoltate. Che sia di buon auspicio, sussurra qualcuno tra i presenti.

La campagna elettorale per duellare con il fronte dei sovranisti è di fatto cominciata.

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