Un manifesto politico per una lista unitaria delle forze europeiste in chiave anti sovranista, da schierare alle prossime elezioni europee. L’idea è di Carlo Calenda, ex manager e ministro nei governi Renzi e Gentiloni, che l’ha trasformata in un appello da sottoscrivere nel sito www.siamoeuropei.it
Il via alla raccolta delle adesioni, l’ha dato Calenda con un tweet: “Partiamo. L’Italia e l’Europa sono più forti di chi le vuole deboli“.
“Per la prima volta dal dopoguerra esiste il rischio concreto di un’involuzione democratica nel cuore dell’Occidente – prosegue il documento – La battaglia per la democrazia è iniziata, si giocherà in Europa, e gli esiti non sono affatto scontati. L’obiettivo non è conservare l’Europa che c’è, ma rifondarla per riaffermare i valori dell’umanesimo democratico in un mondo profondamente diverso rispetto a quello che abbiamo vissuto negli ultimi trent’anni“.
“Un mondo che affronta tre sfide cruciali – si legge ancora nel Manifesto “Siamo Europei!”- il radicale cambiamento del lavoro, e dunque dei rapporti economici e sociali, a causa di un’ulteriore accelerazione dell’innovazione tecnologica; il rischio ambientale e la necessaria costruzione di un modello di sviluppo legato alla sostenibilità; uno scenario internazionale più pericoloso e conflittuale. Le forze da mobilitare per la costruzione della nuova Europa sono quelle del progresso, delle competenze, della cultura, della scienza, del volontariato, del lavoro e della produzione“.
Numerosi gli esponenti del PD che hanno aderito al Manifesto. Fra le adesioni, troviamo quella dell’ex ministro dell’Interno Marco Minniti, quella di Maurizio Martina (“ci sono!“) e quella di Paolo Gentiloni: “Democratici e europeisti. L’appello per una lista unitaria promosso da @CarloCalenda indica una strada giusta per fermare il nazional populismo. Proviamoci #siamoeuropei“, ha scritto su Twitter l’ex premier.
“Bene il manifesto ‘Siamo europei’ – ha twittato Nicola Zingaretti – Un utilissimo contributo alla ricostruzione di un campo largo di forze diverse che si impegnano per rifondare e difendere l’Europa. Proviamoci“.
Anche Roberto Giachetti, candidato alla segreteria del Pd, condivide “da tempo con Carlo Calenda l’idea di mettere insieme quelli che vogliono una nuova Europa contro i populisti”, ma in un tweet specifica che “prima di scegliere la formula con la quale partecipare alle Europee dobbiamo decidere qual è la nostra proposta e con chi realizzarla”.
“Anche io ho aderito al manifesto di Carlo Calenda per la costruzione di una nuova Europa, perché credo fermamente nelle istituzioni europee“: lo scrive su Twitter la deputata dem Debora Serracchiani, che aggiunge: “L’Italia, Paese fondatore dell’Ue, non puo’ permettere che la Lega e M5S la lascino naufragare“.
Anche Piero Fassino, membro della Presidenza del Pse, ha espresso il suo apprezzamento per il Manifesto Europeista: “Una buona e utile piattaforma per costruire un campo vasto e unitario di forze progressiste e europeiste e per fare argine alle derive populiste e nazionaliste“.
Ha firmato il Manifesto anche Chiara Gribaudo, vice-capogruppo Pd alla Camera: “Mai come oggi – scrive – l’Unione è a un bivio fra chi vuole dividerla e far arretrare i diritti civili e sociali e chi vuole darle la spinta necessaria a diventare davvero un pilastro di democrazia, uguaglianza e sostenibilità nel mondo“.
“L’Europa ha bisogno assolutamente di mutare – in un mondo che cambia – per assolvere la sua missione storica. E ha bisogno di una nuova missione che risponda alle sfide di oggi e di domani. A cominciare da quella dell’ambiente e dei mutamenti climatici che è centrale per i cittadini, le comunità, l’economia il futuro“, ha scritto Ermete Realacci, esponente del Partito Democratico e presidente della Fondazione Symbola.
Tra le firme in calce al manifesto quelle di politici di diverse aree, intellettuali, imprenditori, sindaci, esponenti del mondo della cultura, dell’università, del lavoro, dell’associazionismo. Ci sono quelle delle promotrici di ‘Roma dice basta’ Francesca Barzini e Tatiana Campioni, e poi Alberto Bombassei, Stefano Bonaccini, Sergio Chiamparino, Claudio De Vincenti, Carlo Feltrinelli, Virginio Merola, Giorgio Gori, Beppe Sala, Dario Nardella, Giuseppe Falcomatà, Andrea Illy, la fondatrice di ‘Se non ora quando’ Francesca Izzo, Edoardo Nesi, Giuliano Pisapia, Beppe Vacca.