Il governo giallo-verde approva il decreto salva-banca CARIGE

La banca genovese Carige sarà salvata con denaro pubblico.

“Decreto vergogna”. “Regalo statale alle banche private”. “Siete amici delle banche”. Per mesi nella passata legislatura i Cinquestelle e la Lega hanno attaccato violentemente il decreto per il salvataggio delle banche venete e Mps da parte dell’allora maggioranza a guida PD. Oggi le cose sono cambiate. Le norme su cui grillini e leghisti hanno fatto le barricate in campagna elettorale, adesso vanno bene. Mentre prima salvare una banca era sbagliato e voleva dire essere “amici dei banchieri” adesso invece è giusto. Anzi, doveroso.

Scompare l’ennesimo tabù: una riunione lampo del Consiglio dei ministri, durato una decina di minuti, fatto alle dieci di sera, sperando quasi che nessuno se ne accorgesse, ha deciso ieri sera che Carige, la banca genovese in difficoltà dopo il no dei Malacalza all’aumento di capitale e per questo commissariata la scorsa settimana dalla Banca centrale europea, sarà salvata con denaro pubblico.

L’esecutivo ha varato un decreto legge che prevede, da una parte, la garanzia dello Stato sulle future emissioni obbligazionarie e sui finanziamenti che Banca d’Italia potrebbe erogare all’istituto, dall’altra una eventuale ricapitalizzazione pubblica in vista anche del prossimo esito dello Srep da parte della Bce.

La prima misura ricalca quella che fu presa a favore della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca e assicura in prospettiva l’attività di funding della banca genovese mentre la seconda, che non è detto si concretizzi, ricorda da vicino il salvataggio di Mps, realizzato dall’esecutivo guidato da Matteo Renzi, attraverso il quale il Tesoro è diventato il maggior azionista dell’istituto senese.

Nessun commento in proposito nel Blog delle stelle, che è fermo ancora alla notizia dell’appoggio di Luigi Di Maio al movimento francese dei gilet gialli. La nota diffusa nella serata di ieri da palazzo Chigi e le dichiarazioni del premier Giuseppe Conte e di Di Maio, rivelano l’imbarazzo per il cambio di rotta: “Il governo, nel consiglio dei ministri di questa sera ha approvato un decreto legge che interviene a offrire le più ampie garanzie di tutela dei diritti e degli interessi dei risparmiatori della Banca Carige, in modo da consentire all’amministrazione straordinaria di recente insediata di perseguire in piena sicurezza il processo di consolidamento patrimoniale e di rilancio delle attività dell’impresa bancaria”, ha detto Conte.

“Le banche italiane pagano il prezzo di un sistema di vigilanza della Bce che va dotato di strumenti rafforzati di controllo e di intervento. Saremo sempre dalla parte dei risparmiatori e dei correntisti, sempre”, ha assicurato Di Maio.

“Mentre Renzi e Boschi i risparmiatori li hanno ignorati e dimenticati, noi siamo intervenuti subito a loro difesa senza fare favori alle banche, agli stranieri o agli amici degli amici. Bene l’azione a tutela dei risparmiatori liguri e Italiani e bene il miliardo e mezzo stanziato in manovra per gli altri cittadini truffati” si giustifica il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Insomma adesso non si parla più di “regali ai banchieri” ora il punto di vista è diverso: al governo ci sono loro.

E a farlo notare c’è soprattutto il PD che ha incassato per mesi gli attacchi dei gialloverdi.

“I populisti di governo si sono resi conto che dietro le banche ci sono i risparmi delle famiglie italiane. E che, quindi, cercare di sostenere gli istituti in difficoltà non significa essere amici della banche ma tutelare gli interessi dei cittadini” afferma il deputato del PD Camillo D’Alessandro. “Benvenuti agli ipocriti leghisti e ai qualunquisti a Cinque Stelle. Per anni hanno costruito la loro narrazione politica sul PD brutto e cattivo che ‘salvava’ le banche, ed ora si ritrovano ad approvare i nostri stessi provvedimenti. Bastava che trovassero un lavoro per capirlo. Meglio tardi che mai, ma ora si rimangiassero tutto il fango che hanno gettato sui governi Renzi e Gentiloni”.

“Invece di chiedere scusa per aver ingannato milioni di elettori, nel giorno in cui il governo mette in campo le stesse misure dei suoi predecessori per tutelare gli istituti bancari e i risparmi dei cittadini, Salvini non trova di meglio da fare che gettare altro fango sul PD” afferma l’europarlamentare dem Pina Picierno. “Il castello di bugie su cui Lega e M5s hanno costruito i loro successi elettorali si sta sgretolando. Possono inventarsi tutto, ma la realtà è molto più forte della loro propaganda”.

La realtà ha quasi sempre la meglio sui pagliacci. Fino a ieri #M5s e #Lega hanno crocefisso il @pdnetwork accusandolo di aiutare le banche. Ieri hanno salvato #Carige, la banca della città di Beppe Grillo. Bene. Ora, però, abbiano la decenza di chiedere scusa

E l’accusa diretta è anche contro Conte. Su Facebook Luigi Marattin, capogruppo PD in commissione Bilancio alla Camera chiede “Una domanda semplice. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è stato socio di Guido Alpa, a lungo consigliere di Carige e della sua Fondazione. Conte stesso è stato consulente di Raffaele Mincione, banchiere socio Carige. La domanda è molto semplice: quando il Consiglio dei ministri ieri sera ha votato il Salva Carige, il presidente Conte è uscito dalla sala, come si dovrebbe fare quando vi è fondato sospetto di possibile conflitto di interesse? Gradita risposta” . E avverte: “Se non arriva, provvederemo a inviare la domanda per vie ufficiali”.

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