L’obbligo di vaccinazione per l’iscrizione ad asili nido e scuole dell’infanzia rimarrà. I partiti di governo si apprestano a compiere una vistosa retromarcia. Sostanzialmente cancelleranno la norma che loro stessi avevano introdotto al Senato e che avrebbe prorogato di un anno l’entrata in vigore dell’obbligo. Lo annuncia il deputato PD Marco Di Maio, segretario della Commissione Affari costituzionali alla Camera.
“La “mazzata” finale a questa norma è arrivata ieri durante le audizioni nelle Commissione Affari costituzionali e Bilancio, dove – spiega – grazie alla nostra insistenza abbiamo potuto ascoltare una lunga serie di interventi unanimi nel riconoscere che togliere l’obbligo o prorogarne l’entrata in vigore di un anno sarebbe sbagliato. Chiesi personalmente prima della pausa estiva, nella mia qualità di segretario della Commissione, che venissero convocati in audizione esperti della materia”.
Non solo la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, la Società italiana di pediatria, la Federazione italiana dei medici di medicina generale e l’Istituto superiore di sanità, ma persino il consulente della ministra Giulia Grillo, ha ammesso che togliere l’obbligo (nella condizione italiana) sarebbe un errore. “Dando ragione a ciò che sosteniamo da mesi e sostenendo quindi la nostra proposta”, commenta il deputato romagnolo.
“Ora Governo e maggioranza si apprestano a fare marcia indietro e mantenere intatto l’obbligo previsto dalla legge vigente. Un atto di buonsenso – ammette Marco Di Maio, che però non può che sorprendere se consideriamo che viene adottato da chi ha preso milioni di voti gridando, tra i vari slogan, “no ai vaccini obbligatori”, “l’obbligo è dittatura”, “siete tutti al soldo della case farmaceutiche” e altre boiate del genere. Chissà cosa diranno adesso. Problema loro”.
“Attendiamo l’approvazione definitiva della modifica – conclude -, ma quel che conta di più è che la ragione ha prevalso sulla follia, che la scienza ha vinto sull’ideologia, che hanno prevalso le ragioni delle famiglie, dei medici, degli operatori scolastici, alle cui preoccupazioni abbiamo dato voce in questi mesi e continueremo a farlo in futuro”.