Nell’attuale periodo di urlata, e misera, propaganda politica che il nostro ministro dell’interno ci dispensa giornalmente, la voce che si è alzata da questo gruppo di ragazzi faentini del Liceo Torricell-Ballardini alle prese con l’esame di maturità ci ha ridato uno sprazzo di speranza che le cose possano cambiare, che si possa tornare alla normale dialettica politica, che gli articoli fondanti della nostra Costituzione non siano stati scritti invano.
La voce forte e libera di alcuni diciottenni dal pensiero limpido (come li ha definiti Michele Serra nella sua “Amaca” di Repubblica) ci fa sperare che dalle generazioni che stanno ora costruendo il loro futuro possa venire uno stimolo a quanti già dovrebbero avere nelle loro parole e nelle loro azioni il compito di opporsi con fermezza alla pericolosa deriva che rischia di portare l’Italia su un ciglio di fitta nebbia e di far saltare i difficili equilibri europei. Intendiamolo come un invito all’opposizione perché ricostruisca il suo storico patrimonio di “solidarietà politica, economica, sociale” (art. 2 della Costituzione) e lo getti in campo, superando personalismi e beghe correntizie, per ridare forma a quell’idea di Stato i cui Principi Fondamentali furono disegnati dall’Assemblea Costituente settant’anni fa.