Tutte le volte che Salvini e la Lega hanno votato contro l’ambiente nel Parlamento europeo

Salvini e la Lega nell’Europarlamento hanno votato contro tutti gli atti concreti in difesa del pianeta. Quello che diceva di stare in Europa per gli interessi degli italiani

di Simona Bonafé

Ci sono tante questioni su cui l’Europa, la famigerata Europa, deve ancora fare uno scatto in avanti, e non saremo certo noi a difendere acriticamente un’istituzione che necessita di un bel “supertagliando” a cinquant’anni dalla sua fondazione. Ma la questione ambientale è certamente quella su cui l’Unione è all’avanguardia mondiale. Anzi, diciamocela tutta: è l’unica coscienza critica ed evoluta di un pianeta che altrimenti resterebbe schiacciato tra l’industrializzazione dissennata e senza freni dell’est asiatico e lo strapotere degli interessi petroliferi degli Stati Uniti.
Le accuse che il ministro Salvini ha lanciato all’Europa all’indomani della tragedia siciliana e della settimana di maltempo che ha sconvolto mezza Penisola sono quindi assolutamente fuori luogo. Ormai Salvini ci ha abituato alla produzione continua di slogan dal sapore elettoralistico anche in assenza di elezioni, ma ogni tanto, pur con toni assolutamente inaccettabili e con argomentazioni non condivisibili qualche legame con la realtà le sue parole possono anche presentarlo; stavolta siamo invece a una recita degna del teatro dell’assurdo. Come dire: parlare tanto per parlare. Anche perché non solo l’Europa in fatto di ambiente ha dato e dà punti a tutto il mondo, ma la Lega quando può si colloca e si è sempre collocata dalla parte sbagliata.
Contro la salvaguardia. A Bruxelles come a Roma. E non mi riferisco solo al condono di Ischia, farina del sacco più di Di Maio che di Salvini; sarebbe troppo riduttivo mettere dietro la lavagna il ministro dell’Interno per il sostegno a un condono in un’isola bella quanto piccola, e periferica rispetto al disastro e alla portata dell’abusivismo italiano. Condanno invece Salvini per il sostegno della sua Lega – quella di cui ha sempre fatto parte, quella di Giorgetti e di molti altri esponenti di primo piano dell’attuale Carroccio – a tutti i condoni edilizi dell’era Berlusconi; condanno Salvini per l’attuale condono fiscale, che è più che parente di quello edilizio perché figlio della stessa mentalità furba e incivile.
Condanno Salvini per il mancato sostegno della Lega – di questa Lega, quella di cui è segretario – a tutti i più avanzati provvedimenti dell’Unione europea in materia ambientale. Quando si è trattato di votare riforme, provvedimenti o direttive che andavano verso una maggior tutela dell’ambiente il segretario non c’era quasi mai (giacché l’Europa era cattiva, ma lo stipendio dell’Europa era buono) e i suoi uomini o si astenevano o alzavano il cartellino rosso. Nei miei quattro anni tra i banchi di Strasburgo e Bruxelles mai ho visto l’ambientalista Salvini, quello che adesso parla di ambientalismo da salotto, essere da sprone agli altri per incoraggiarli a un diverso approccio, più conservativo, verso la natura.
Su uno dei provvedimenti-simbolo di questa legislatura – la direttiva per la riduzione della plastica monouso – la Lega ha votato contro; contraria anche sulla direttiva per le energie rinnovabili, come sui provvedimenti per l’efficienza energetica, le emissioni di CO2 delle automobili, il regolamento per la contabilizzazione dei gas effetto serra per gli obiettivi climatici 2030 e buon ultimo la ratifica dell’accordo di Parigi. Tutti atti concreti in difesa del pianeta, tutti assunti con posizioni coraggiose dall’Unione europea. Tutti con la contrarietà della Lega di Matteo Salvini, il sovranista, quello che diceva di stare a Bruxelles e Strasburgo (quel poco che ci stava) per difendere gli interessi degli italiani. Anche di quelli che in vario modo sono rimasti vittima del maltempo?

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