I dati del turismo 2017 sono in crescita in tutta la Romagna Faentina. Lo evidenziano i dati elaborati dall’Ufficio Statistica della Regione Emilia-Romagna – presentati da IF Imola Faenza Tourism Company, la società di promozione turistica del territorio imolese-faentino.
Cresce la “destinazione Faenza” tra le mete scelte dai turisti, italiani e stranieri, per trascorrere un periodo di vacanza.
Tra un piatto di cappelletti negli agriturismi o una visita guidata al Mic, nel 2017 in totale sono stati 57.384 i turisti che hanno trascorso almeno una giornata ad ammirare le bellezze della città (arrivi +8,4%), da Palazzo Milzetti passando per il teatro Masini. Di questi, il 25% circa proviene da oltre i confini nazionali, segno di una città con un particolare fascino per il turismo internazionale.
A guidare questo trend di crescita, costante negli ultimi dieci anni, è Faenza città d’arte certo, ma non solo. Faenza si trova infatti in una posizione strategica dell’Emilia-Romagna indicata recentemente da Lonely Planet come la regione più attrattiva in Europa. Basta poco infatti per raggiungere il mare della Riviera, i monti delle Foreste Casentinesi o i mosaici bizantini di Sant’Apollinare in Classe. Per non parlare di altre mete ambite come Firenze, Bologna e Venezia.
L’assenza di Argillà viene compensata dalla crescita dei pernottamenti italiani (+11%)
I dati sul turismo negli ultimi dodici mesi – elaborati dall’Ufficio di Statistica regionale – sono stai presentati da IF, Imola Faenza tourism company, nella conferenza stampa del 28 maggio scorso. Il 2017, anno senza Argillà per Faenza, si chiude comunque con un bilancio positivo: gli arrivi registrano un +8,4%, mentre le presenze salgono del 5,5%.
Un tasso di crescita superiore a quello di Ravenna (+4,1%) e che testimonia le potenzialità del territorio faentino all’interno della Destinazione Romagna. A subire una contrazione, proprio per il fattore Argillà, sono le presenze turistiche straniere di quest’anno che a Faenza scendono del 6,4% (in totale 39.403), controbilanciate però dall’aumento dei soggiorni ‘italiani’ (+11%, oltre 7mila arrivi dalla Lombardia, seguiti da 3.500 provenienti dal Lazio). Agosto è il mese prediletto per visitare Faenza: in tutto 15mila i pernottamenti. Dicembre, gennaio e febbraio, invece, i mesi più “deboli”.
Faenza: crescono gli arrivi dalla Russia, calano i cinesi
A guidare i turisti stranieri europei è la Germania (quasi 2mila arrivi, -8,6%), seguiti dalla Francia (1.400, +2,3%). Per quanto riguarda i Paesi extra Ue spicca la Russia (+21,4%, anche se i pernottamenti scendono del 25%), mentre è in calo la Cina (-10,3%).
Anche il confronto con Imola permette di ottenere dati interessanti: il soggiorno faentino dura mediamente di più rispetto a quello del territorio imolese (oltre 2,5 giorni) e si concentra, rispetto altri Comuni, in particolare nelle strutture extra-alberghiere (agriturismi e bed&breakfast vengono scelti da un turista su tre).
I dati di arrivi e presenze nel 2017 a Riolo Terme, Brisighella e Casola Valsenio
Per quanto riguarda gli altri Comuni dell’Unione della Romagna faentina, si registrano ottimi risultati per Riolo Terme (+39.9% arrivi, +13.9% presenze), Brisighella (+19,1% arrivi, +14,1% presenza) e Casola Valsenio (+17,9% arrivi, +31,9% presenze).
Allargando lo sguardo, il 22% degli arrivi nel territorio di IF (complessivamente 253.928) riguardano il Comune di Faenza, quasi un turista su quattro. «Questi dati non sono frutto del caso – spiega il vice sindaco Massimo Isola – ma sono frutto di un percorso costante in questi anni. La città si è dimostrata viva, con contenuti adatti alle nuove richieste dei turisti». «Questi risultati ci spingono a fare sempre meglio nella nostra proposta turistica – prosegue Isola – In particolare, per il futuro, è importante aumentare il numero dei posti letto nelle strutture ricettive, garantendo al tempo stesso l’alta qualità del servizio, fondamentale per essere competitivi».
IF lancia Italian Factory, piano di promo-commercializzazione 2018-2020
Archiviato il 2017, IF guarda ora al futuro attraverso un progetto triennale, “Italian Factory”, che sarà cofinanziato dalla Regione per il 35%. In tutto sono 16 i Comuni a cui la società IF si rivolge, i sei della Romagna faentina e i dieci che invece rientrano all’interno del comprensorio bolognese: un territorio che comprende 339 strutture ricettive per un totale di 8.421 posti letto, senza contare i nuovi fenomeni di home sharing ancora non monitorati ufficialmente.
«Si tratta di un territorio molto vasto – spiega Erik Lanzoni, direttore di IF – e che comprende due Destinazioni turistiche differenti. L’obiettivo è far emergere le peculiarità più autentiche dei diversi territori: in campo enogastronomico, per esempio, dei 44 prodotti tipici regionali, 17 sono presenti nei territori faentini e imolesi. Vogliamo puntare molto l’attenzione sul ‘saper fare’ della nostra terra e sulle sue tradizioni. Nel corso del progetto cercheremo di raggiungere anche nuovi mercati, in particolare il Sud America, attraverso il nostro brand».
«I dati presentati sono dati frutto di un grande lavoro di rigore scientifico – commenta la consigliera regionale Manuela Rontini – la Regione ha messo a disposizione strumenti molto precisi per leggere il turismo sul territorio, permettendo così di creare percorsi progettuali. E’ la direzione che sta sviluppando IF con il suo piano triennale 2018-2020». I dati sono fondamentali, dunque, per indirizzare la linea di sviluppo del turismo: per questo, sulla scia di quanto realizzato nel 2017 per Imola, il prossimo anno l’agenzia di marketing Jfc realizzerà uno studio approfondito sui flussi turistici 2018 nel territorio dell’Unione della Romagna faentina.