La Spagna apre il porto di Valencia. Il PD all’attacco: “Salvini non canti vittoria. Solidarietà è arrivata da un progressista, non da Orban”
Seicentoventinove persone, tra cui 7 donne incinte e 123 minori non accompagnati, lasciati in balìa del Mediterraneo, con i porti chiusi e l’imbarcazione su cui erano stati recuperati ferma a metà strada tra l’Italia e Malta.
È questo l’inizio di una vicenda, quella della nave Aquarius, che ha visto il governo italiano protagonista dell’ennesima figuraccia a livello internazionale, a poco più di una settimana dal suo insediamento. Un mix di cinismo, arroganza e propaganda che alimenta l’idea di un “primato” leghista e di una sostanziale inerzia dei Cinque Stelle. Con Conte ovviamente zitto.
Una vicenda che ha visto al centro un vero e proprio scaricabarile tra il governo italiano e quello maltese, e che è stata scandita da numerosi appelli e autorevoli prese di posizione. Tra queste particolare rumore ha fatto quella del Vaticano, che con il monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ha parafrasato su twitter un celebre passo del Vangelo di Matteo, trasformandolo in un eloquente: “Ero straniero e non mi avete accolto (Mt 25,43) #Aquarius”.
Ma anche dall’Onu è arrivato il pressante appello all’Italia e a Malta ad “autorizzare lo sbarco immediato dei migranti”, mentre da Bruxelles si è fatta sentire la portavoce della Commissione Margaritis Schinas, che ha parlato di un “imperativo umanitario” e chiesto “una soluzione rapida”, senza però, va detto, indicare con chiarezza una soluzione.
Quando dalla nave si sono moltiplicati gli appelli ad agire in fretta per evitare di “mettere a rischio i più vulnerabili”, e i volontari di SOS Mediterranée hanno fatto sapere che i viveri a bordo sarebbero bastati solo per un altro pasto, si è fatta sentire la voce della Spagna, che con il premier socialista Pedro Sanchez – insediatosi una settimana fa dopo la sfiducia al conservatore Rajoy -, ha annunciato di voler accogliere la nave Aquarius nel porto di Valencia, aggiungendo in una nota del governo: “È nostro obbligo aiutare ad evitare una catastrofe umanitaria e offrire un porto sicuro a queste persone”.
Immediata è arrivata la reazione di Matteo Salvini, che su Facebook ha esultato con un “Vittoria” a caratteri maiuscoli, parlando poi di “primo obiettivo raggiunto” e aggiungendo che “alzare la voce paga”. Affermazioni, quelle del ministro dell’Interno, fatte nel corso di una conferenza stampa trasmessa non dal Viminale, ma dalla sede della Lega (con tanto di simbolo alle spalle), ad avallare il sospetto che la mossa dell’Aquarius sia stata giocata sulla pelle delle persone a fini essenzialmente propagandistici, con le urne delle amministrative ancora “calde” e soprattutto il no pronunciato solo poche ora fa a Bruxelles alla riforma del Trattato di Dublino.
Ma dal PD attaccano, con Matteo Orfini che ha scandito su twitter: “Negare assistenza a chi rischia la vita, voltarsi dall’altra parte di fronte a una richiesta di aiuto e poi considerare una vittoria che qualcuno intervenga al posto tuo. Lega e M5S sembrano quegli sciacalli che quando vedono un incidente invece di dare una mano si fanno un selfie”, e la capogruppo democratica a Strasburgo, Patrizia Toia, che ha sottolineato: “Abbiamo invocato la solidarietà europea e da chi è arrivata? Da un progressista, non certo da un Orban qualunque del Mediterraneo”.
Per il segretario reggente del PD, Maurizio Martina, non è una vittoria ma “un sospiro di sollievo”, che non risolve il problema dell’isolamento dell’Italia.