Grande successo della manifestazione a Roma.
Il primo no, forte, composto, un no repubblicano e europeo, anche unitario. C’è il Pd, e non solo. Roma-Milano, due piazze che “parlano” nel primo giorno colorato di giallo-verde (e striato di nero), due manifestazioni indette dal Pd non appena Di Maio insultò Mattarella paventando un inverosimile (e infatti presto abortito) impeachment solo perché il capo dello Stato esercitando le sue prerogative costituzionali si era permesso di cancellare il nome dell’euroscettico Savona dalla casella dell’Economia: si è visto che aveva ragione, dato che Savona è stato lestamente dirottato a un dicastero di serie B come gli Affari europei.
Ma ritirata la “minaccia” dell’impeachment, le ragioni delle manifestazioni (ce ne sono state molte in questi giorni) sono restate tutte in piedi. E così, dalle 16,30 la gente è convenuta a piazza Santi Apostoli, storico teatro di tante manifestazioni uliviste – qui c’era la sede di Romano Prodi – e perciò fortemente evocativa di momenti di grande battaglia politica. Così come più tardi riempirà piazza della Scala a Milano.
Ai tanti partecipanti va il primo “grazie” che apre l’intervento conclusivo del segretario reggente, Maurizio Martina. Un ringraziamento a cui si aggiunge quello verso il Capo dello Stato “per il rigore e la serietà” mostrata in questi tre difficili mesi. “In tanti – sottolinea Martina – nel nuovo governo si devono scusare con lui”.
L’ex ministro delle Politiche agricole spera che i nuovi ministri non dimentichino le parole utilizzate oggi per il loro solenne giuramento e poi invita Matteo Salvini ad uscire “dalla diretta Facebook” e a misurarsi con gli interessi veri del Paese. “Da che parte stai, – chiede Martina dal palco – dalla parte di Trump?” e dei dazi, o con “e gli operai di Terni?”.
Infine un appello all’unità. “Dobbiamo costruire il terreno di battaglia per un confronto. Per fare questo lavoro serviamo tutti, al di là delle divisioni che hanno aiutato gli altri”, ha aggiunto Martina. “Sono convinto che si possa ripartire da questa piazza, facciamolo tutti insieme e facciamolo con forza. Viva l’Italia”
E’ l’inizio di una ricollocazione anche “psicologica” del Pd e dell’area riformista: un ritrovarsi insieme anche con cittadini, forze, personalità esterne al Pd: in piazza a Roma c’è Laura Boldrini, l’esponente di LeU forse meno lontana dal partito del Nazareno (il suo partito formalmente non aderisce), e c’è anche Beatrice Lorenzin, che ha capeggiato la lista centrista alleata con il Pd, c’è Federica Angeli, la coraggiosa cronista che ha denunciato mille malefatte nella sua Ostia, applauditissima.
L’intenzione, da oggi in poi, è quella di andare ben oltre i rapporti fra stati maggiori. Inizia dunque la stagione dell’opposizione più ferma al governo delle destre, un governo che già dà segni preoccupanti, con Salvini che si segnala subito per durezza e arroganza. Si tratterà di condurre una battaglia colpo su colpo – come si diceva un tempo – nel Parlamento e nel paese. Qualcosa di nuovo crescerà, e forse un piccolo seme oggi è stato piantato.