Intervista a Giorgio Frassineti, sindaco di Predappio
Un altro 28 ottobre è passato…
Forse per lei. A me ci vogliono ancora 3-4 giorni per riprendermi ogni anno.
Davvero?
Purtroppo sì. Ho sempre paura che succeda qualcosa dal punto di vista dell’ordine pubblico. Negli ultimi anni non è mai successo niente ma mi ricordo quando ero piccolo, mia madre mi diceva di non uscire di casa: c’erano risse, negli anni ’70 mettevano anche le bombe. E’ pericoloso giocare con Predappio.
Come è andata quest’anno? Ha visto un clima diverso intorno a questa ricorrenza?
No, ho visto un’attenzione mediatica più forte però. Ma c’è sempre troppa tensione e attenzione su questo giorno, noi abitanti di Predappio non ce la facciamo più. Siamo stanchi di balzare alla cronaca soltanto il 28 ottobre e poi essere dimenticati negli altri giorni dell’anno. Ci sentiamo la Chernobyl della storia e vogliamo davvero che le cose cambino.
Come?
Vogliamo diventare da luogo simbolo del fascismo a luogo simbolo dello studio del fascismo, perché è solo con la cultura e lo studio della storia che possiamo costruire la più grande arma di distruzione di massa. Chi viene a Predappio viene definito un nostalgico ma è un errore: nostalgico è colui che ha vissuto un certo periodo e lo rimpiange, chi viene qui quel periodo storico non lo ha vissuto ma lo ha mitizzato, è diventato una leggenda. Questo meccanismo si può interrompere solo con lo studio della storia. Lo sa qual è il libro più venduto in questo momento in Italia? M- Il figlio del Secolo (di Antonio Scurati n.d.r. ). Lo sa quante persone guardano in tv programmi come La grande Storia, anche se trasmessi ad orari improponibili? Questo è il sintomo che c’è bisogno e voglia di conoscere e di sapere. La politica del rifiuto non paga più e non ha mai pagato.
Ma in Italia si riesce a parlare di fascismo con il dovuto distacco e con l’obiettività necessaria?
No, ancora no. Non siamo riusciti ancora a metabolizzare quel periodo storico. Mussolini è un tema ancora pericoloso e culturalmente difficile da trattare. Per questo noi a Predappio vogliamo diventare un punto di riferimento dello studio del fascismo. Da anni stiamo lavorando per creare un Centro studi, un progetto non improvvisato ma sostenuto dai maggiori storici (per info guardate il link progettopredappio.it). E’ un progetto in cui crediamo e che faticosamente abbiamo conquistato grazie anche al contributo del precedente governo e non solo. Credo che soltanto con lo studio si possa spiegare ai giovani cosa è stato il fascismo in Italia. In Germania sono anni che fanno così, noi perché non ci riusciamo ancora?