Conte in Senato per la fiducia. Martina: “Discorso pieno di luoghi comuni”

Nel discorso programmatico nessun riferimento diretto alla Legge Fornero. 

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha tenuto il suo primo intervento programmatico nell’aula del Senato. Il dibattito è iniziato intorno alle 14,30, mentre il voto di fiducia è previsto intorno alle 20.
Il premier ha innanzitutto voluto ringraziare il presidente della Repubblica “che rappresenta l’unità nazionale e che ha seguito le prime non facili fasi di formazione di questo governo”. Gli obiettivi del governo “sono affidati a delle pagine scritte, perché le forze politiche che compongono la maggioranza li hanno dichiarati in modo trasparente”. Conte si è detto “grato a chi, rinunciando a legittime ambizioni personali ha saputo porre davanti a tutto l’interesse generale” e ha “proposto il mio nome per la guida del governo di comune accordo”.
“Assumo questo compito – ha aggiunto – con umiltà e determinazione, consapevole dei miei limiti, ma anche con l’abnegazione di chi comprende il peso delle responsabilità affidatemi. Non sono spinto da nient’altro che da spirito servizio”.
Il premier ha ribadito “la convinta appartenenza del nostro Paese all’Alleanza atlantica, con gli Stati Uniti d’America quale alleato privilegiato”, ma allo stesso tempo ha evidenziato la volontà del governo di aprire alla Russia “che ha consolidato negli ultimi anni il suo ruolo internazionale in varie crisi geopolitiche. Ci faremo promotori di una revisione del sistema delle sanzioni, a partire da quelle che rischiano di mortificare la società civile russa”.
Un discorso lungo, quello di Conte, durato più di un’ora. Nel suo intervento ha ribadito i punti del programma di governo, tra cui il reddito di cittadinanza, la flat tax, l’intervento su pensioni, immigrazione, tasse e legittima difesa. Nessun riferimento, invece, è stato fatto alla Legge Fornero e nemmeno a scuola e cultura.
E dopo ben tre giorni di silenzio il governo finalmente si esprime sulla vicenda di Soumaila Sacko. Durante il ricordo del lavoratore e sindacalista maliano ucciso a colpi di fucile nella Piana di Gioia Tauro tutta l’aula, nessuno escluso, si è alzata per applaudire.

“Dal Presidente del Consiglio – ha scritto il Segretario reggente del PD, Maurizio Martina – una replica della propaganda che abbiamo ascoltato per 90 giorni da Lega e M5S. Solo un discorso generico, pieno di luoghi comuni”

Conte, ha dichiarato il capogruppo dem in Senato, Andrea Marcucci, intervistato dal Tg La7, ha fatto “grandi promesse, peccato che non ci ha detto come troverà i fondi per le coperture”.
“Il presidente Conte – dichiara in una nota l’esponente del PD Anna Ascani – ha tenuto nell’aula del Senato un discorso interminabile, un mix di ovvietà e argomenti molto preoccupanti. In un’ora e dieci di parole, il presidente ha avuto modo di spiegare all’opposizione come fare opposizione, ha riposizionato l’Italia nei confronti della Russia, ci ha illustrato come vuole riformare il diritto fallimentare, ma non ha detto neanche una parola su scuola e cultura. Non è un caso, ma una scelta precisa e credo che questo sia uno degli aspetti che qualificano questo governo come il più di destra della storia repubblicana“.

Ora il Capo del governo si recherà alla Camera per consegnare il programma (l’intervento a Montecitorio si terrà domani). Conte tornerà quindi in Senato alle 14,30 quando inizierà la discussione generale durante la quale interverrà anche l’ex segretario dem Matteo Renzi, al suo primo discorso da senatore.

I numeri a Palazzo Madama

Il governo oggi potrà contare su 167 voti certi, sei in più rispetto alla maggioranza assoluta: i 58 dalla Lega e i 109 dal M5s. Fratelli d’Italia, che conta 18 senatori, ha già annunciato la sua astensione. Ma a questi potrebbero aggiungersene altri quattro che erano stati garantiti durante le consultazioni preliminari di Conte con i parlamentari. Secondo quanto avevano annunciato in quei giorni, potrebbero votare a favore i senatori del gruppo misto Maurizio Buccarella e Carlo Martelli, senatori cinquestelle che non si sono potuti iscrivere al gruppo dei pentastellati ma a quello misto dopo lo scandalo Rimborsopoli che ha travolto il M5s. Hanno annunciato il loro sostegno anche i senatori eletti all’estero Ricardo Merlo e Adriano Cario, del Maie. E poi c’è il gruppo delle Autonomie che nei giorni di incontri con Conte non avevano chiuso alla possibilità di sostenere il governo.

Maggioranza più ampia a Montecitorio

Alla Camera Conte avrà una maggioranza ampia: il governo potrà contare su 346 voti tra Lega (124 deputati) e Cinquestelle (222 deputati) con 30 voti di scarto rispetto ai 316 della maggioranza assoluta. Anche in questo caso potrebbero arrivare dei voti in più dal gruppo misto (anche qui ci sono degli ex M5s e qualche altro deputato che si è detto disposto a votare la fiducia). I deputati Fratelli d’Italia si asterranno come i loro colleghi senatori.

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